Ogni paese ha i suoi miti e le sue leggende. Capua, città magica quasi da sembrare esser volata via da un grimorio, è ricca di leggende metropolitane e racconti popolari che nel tempo sono stati tramandati di generazione in generazione. Basta camminare per le sue piccole strade, ritrovarsi a guardare ammirati le antiche pietre che la ricoprono, per entrare a far parte di quelle storie, tanto spaventose quanto affascinanti. Guardare e ammirare Capua non implica l’uso della sola vista, ma anche di altri sensi, alcuni dei quali essa stessa te ne porta a conoscenza. Ammirare Capua con la mente e la voglia di oltrepassare la realtà, vi porterà a conoscenza di quanto è nascosto ai più deboli, che purtroppo la degradano solo con lo sguardo. Nelle sue vie, piazze, sui suoi basamenti han camminato personaggi che hanno scritto la storia della nostra penisola. Chiese, palazzi che vanno oltre all’essere dei semplici edifici storici, è il perché sono lì a Capua che li rendono così misteriosi, legati a quella magia che ha tanto di reale quanto sono reali gli stessi capuani. All’incrocio tra Via dei Principi Normanni e Corso Gran Priorato di Malta sorge la Chiesa di San Marcello Maggiore.
Se si osserva attentamente l’edificio, nel lato nord, presenta un portale sormontato da un arco sopra il quale troneggia un’aquila di marmo che si mostra fiera, ed è proprio ad essa che si lega la misteriosa leggenda dell’aquila della Chiesa di San Marcello Maggiore. Edificata nel IX secolo, fu sede dell’assassinio del Principe di Capua Landenolfo II. L’unica traccia del periodo originario sopravvissuta al tempo è il portale d’ingresso del lato nord. Secondo la leggenda dell’aquila di San Marcello “dove volge lo sguardo l’aquila, lì è sepolto il tesoro”.
Si racconta che due pietre preziose erano incastonate negli occhi dell’aquila, secondo alcuni due rubini, secondo altri due smeraldi.
L’animale volge il suo sguardo dove ad oggi sorge la chiesa dei SS. Filippo e Giacomo, un tempo sede dei Gesuiti. Secondo la leggenda gli occhi dell’animale quando erano colpiti dai raggi solari, proiettavano due fasci di luce in corrispondenza di un preciso luogo, proprio lì doveva trovarsi un antico e prezioso tesoro.
Per decenni i capuani incuriositi hanno cercato il tesoro, ma solo dopo, quando i due occhi furono trafugati capirono che il tesoro era proprio lì sotto il naso di tutti. Erano gli occhi il vero tesoro della chiesa.
È questa una delle tante leggende e proprio come essa narra, rende Capua una pietra preziosa tra tante.
Ali